Non cessano le polemiche intorno alla politica governativa dei respingimenti di migranti e, nel contesto del botta e risposta fra maggioranza e opposizione, si inserisce la presa di posizione delle Nazioni Unite.
L'Alto Commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay, denuncia i metodi italiani riservati agli immigrati, abbandonati e respinti senza verificare in modo adeguato se stanno fuggendo da persecuzioni, in violazione del diritto internazionale.
In un discorso previsto per domani (e anticipato oggi a Ginevra) per l’inaugurazione della 12/a sessione del Consiglio dell'Onu dei diritti umani, la Pillay cita il caso del gommone di eritrei rimasto senza soccorsi tra la Libia, Malta e Italia, ad agosto. E spiega che in molti casi, le autorità respingono questi migranti e li lasciano affrontare stenti e pericoli, se non la morte, come se stessero respingendo barche cariche di rifiuti pericolosi, sottolinea l'Alto commissario menzionando la situazione nel Mediterraneo, nel Golfo di Aden, nei Caraibi, nell'Oceano indiano ed in altri tratti di mare.
La pratica della detenzione dei migranti irregolari, della loro criminalizzazione e dei maltrattamenti nel contesto dei controlli delle frontiere deve cessare, afferma ancora Navi Pillay.
Oggi partendo dal presupposto che le imbarcazioni in difficoltà trasportano migranti, le navi le oltrepassano ignorando le suppliche d'aiuto, in violazione del diritto internazionale, conclude la Pillay.